Westworld – Una serie pigra

Era un bel po’ che volevo scrivere di questa serie, ma mi sono sempre trovato un po’ indeciso sull’argomentazione da portare, perché non volevo limitarmi a parlarne bene come in generale è stata accolta, ma volevo provare a fare quel passo in più, che mi pare la serie non abbia fatto.

A livello tecnico è indubbiamente un capolavoro, fotografia, regia, recitazione, montaggio e musiche, sono tutte indiscutibili.

La scena della sparatoria in città al ritmo di una paint in black credo sia una delle più belle scene di azione che abbia mai visto, non solo in un western (Magnifici 7 plz imparare).

Ma devo dire che nelle 10 puntate di temi importanti ne sono stati toccati, ma in modo solo superficiale; si è infatti girato molto intorno al concetto di bestia che sta dentro all’animo umano, e dall’altro di umano che sta dentro la macchina, per poi arrivare a parlare di coscienza.

Ma tutto questo se si riguardano le singole scene, ci si accorge che si è detto fin poco, la serie è carica di pathos, ma pathos emozionale, a livello intellettuale la grande portata che poteva avere questa opera è stata solo una spolverata, atta a giustificare l’alta qualità visiva dell’opera.

Insomma si potevano approfondire, ad esempio il discorso sulla mente bicamerale e la coscienza è buttata lì, l’impressione che ho avuto e che il tutto si riduca al “Una volta che la mente diventa sufficientemente complessa sviluppa la coscienza per andare oltre ad un semplicistico meccanismo preimpostato”.

E da qui in poi umani e androidi sono uguali.

Bene.. e chi se ne frega? cioè fin da subito si sapeva che si sarebbe andati a parare lì, ma nel mentre non c’è stata nessuna riflessione interessante, nessun velo scoperto che mi abbia spinto a riflette su qualcosa di nuovo, l’autore non mi ha mostrato nessun punto di vista inaspettato sulla vicenda, insomma, il tutto si è ridotto ad una giustificazione dell’eccellente tecnica con cui è stata prodotta la serie.

Insomma un racconto banale raccontato in maniera così magistrale da sembrare un capolavoro, peccato che sarebbe potuto davvero esserlo se avessero avuto più fiducia negli spettatori e gli avessero dato una sceneggiatura più matura dal punto di vista intellettuale.

Come per Lost è una serie che consiglio per l’alta qualità di produzione, è visto anche la sua brevità si ha anche un motivo in più per guardarla.

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