Casimiro III è uno dei leader da scegliere per la vittoria culturale in Civilization 5, è stato un sovrano polacco illuminato capace di far uscire il proprio regno alla rovina, dargli un’identità è promuoverne la cultura e la scienza.
Il bonus di Casimiro III è dato dall’ottenere una politica gratuita all’inizio di ogni nuova epoca (e visto che sono 7 esclusa l’antica) significa un intero albero di politica e oltre.
Il che vuol dire riuscire a completare tradizionalismo, estetica e razionalismo (spendendo un punto in esplorazione per sbloccare il Louvre) in maniera veloce per poter giungere prima ad uno degli ultimi bonus dell’uguaglianza, “cultura dei media”, che fornisce un bonus al turismo davvero importante.
Ma questo articolo vuole presentarvi il Casimiro III storico, perché giocando a civilization molti leader (almeno a me) appaiono sconosciuti (a causa di una cultura europa-centrica di un certo tipo).
Casimiro detto il Grande
Casimiro III è stato l’unico re di Polonia a cui è stato attribuito l’appellativo di Grande in tutta la storia polacca. Anche Boleslao I fu chiamato a suo tempo “il Grande”, ma la dicitura si è persa e non è giunta fino a noi. Gli storici concordano sul fatto che un simile appellativo sia stato del tutto meritato. Casimiro cinse la corona in un momento di grave pericolo per il suo trono, al punto che gli altri governanti vicini non gli riconobbero il titolo, considerandolo semplicemente Re di Cracovia.
La Polonia viveva una fase estremamente difficile: il sistema economico era in rovina, il Paese si era fortemente spopolato ed era stremato da un lungo periodo di guerre. Alla sua morte, invece, il regno aveva un’estensione pressoché raddoppiata (soprattutto attraverso l’annessione di vasti territori dell’odierna Ucraina), era in atto una crescita prosperosa, la ricchezza aumentava e c’erano prospettive incoraggianti per il futuro. Molta letteratura per bambini ha trasmesso un’immagine di Casimiro come di un re pacifico: in realtà, egli fu molto propenso alla guerra, attraverso cui pure guadagnò importanti vittorie. E proprio alla preparazione di un’altra guerra stava lavorando quando fu colto dalla morte.
Il regno di Casimiro
Il grande re costruì numerosi castelli, ricostituì l’esercito polacco, riformò il diritto privato e quello penale. L’11 marzo 1347, all’assemblea della Camera Bassa (Sejm) di Wislica, introdusse riforme rivelatesi altamente salutari per la giurisprudenza del suo Paese. Emanò un codice di leggi per la Grande e la Piccola Polonia, che gli valsero il titolo di Giustiniano polacco.
Inoltre, limitò notevolmente gli interessi sui prestiti che i banchieri ebrei concedevano ai cristiani, fissando all’8% il limite massimo dei tassi d’interesse, fino ad allora attestati sul 108-180%. Un fatto, questo, dovuto essenzialmente all’estrema instabilità dei tassi d’inflazione: tassi d’interesse troppo bassi avrebbero prodotto, al netto, delle grosse perdite per i concessori dei prestiti e di questo anche altri governanti avevano tenuto conto. Nel 1264, ad esempio, il re d’Austria aveva sbarrato i tassi d’interesse dei banchieri ebrei al tetto massimo di 8 dinari per un talento, più o meno il 170% di allora. Queste misure furono adottate a seguito di consistenti pressioni da parte degli szlachta (così erano detti i nobili del Regno di Polonia e del Granducato di Lituania) della Camera Bassa, che erano i principali clienti dei banchieri ebrei. Tali provvedimenti, tuttavia, si rivolsero spesso a scapito del sovrano, il quale, più tardi, affermò che gli ebrei avevano il diritto di concedere prestiti ad interesse perché questi erano considerati “proprietà” del re, necessarie a rimpinguare le entrate del monarca quando questi ne avesse avuto bisogno.
Sempre a Casimiro si deve la fondazione dell’Università di Cracovia, sebbene la sua morte ne bloccò lo sviluppo. La vera e propria fioritura di questa istituzione si ebbe con i suoi successori, Edvige e Ladislao II Jagellone, in onore dei quali l’Ateneo ha assunto il nome di Università Jagellonica. Nel 1364 fu artefice di un congresso di sovrani a Cracovia, durante il quale creò molta impressione ostentando la ricchezza del regno polacco.
Concessioni agli szlachta
Per assicurarsi l’appoggio dei nobili (szlachta), specialmente l’aiuto militare (pospolite ruszenie), Casimiro fu indotto a concedere ampi privilegi all’aristocrazia, rendendola nettamente dominante rispetto ai ceti borghesi (detti mieszczanstwo).
Nel 1335, col trattato di Trenčín, Casimiro rinunciò in eterno alle sue rivendicazioni sulla Slesia. In cambio, la pressione fiscale sulle classi nobiliari fu alleggerita e ad esse non fu più richiesto di provvedere al finanziamento delle spese militari per le spedizioni al di fuori del territorio della Polonia. Queste importanti concessioni avrebbero costituito la base della futura democrazia dei nobili nella Confederazione polacco-lituana (realizzatasi con l’Unione di Krewo del 1385).
Rapporti con gli ebrei polacchi
Casimiro ebbe un atteggiamento estremamente favorevole e ben disposto nei confronti degli ebrei. Il 9 ottobre 1334 confermò i privilegi garantiti loro nel 1264 da Boleslao V e stabilì la pena di morte per coloro che si fossero macchiati del reato di rapimento di bambini ebrei per costringerli al battesimo cristiano, punendo severamente anche le profanazioni dei cimiteri ebraici. Anche se gli ebrei vivevano in Polonia da tempi recenti, Casimiro concesse loro di stabilirsi liberamente e in gran numero su tutto il territorio polacco, garantendo loro protezione come gente del Re.
Il problema della successione
Casimiro era dunque privo di eredi maschi legittimi e questo lo costrinse a stabilire le linee della propria successione già molti anni prima della sua morte. Nel 1351, la seconda figlia del sovrano, Elisabetta, duchessa di Pomerania, mise al mondo un figlio, battezzato in suo onore col nome di Casimiro di Pomerania. Qualcuno indicò il nuovo arrivato come possibile erede al trono, ma Casimiro stesso dispose diversamente e i diritti del nipote non furono mai rivendicati. Questi morì senza eredi nel 1377, ossia sette anni dopo la morte di re Casimiro, e fu l’unico discendente maschio vissuto quando il re era ancora in vita.
Anche il genero Luigi VI di Baviera e Brandeburgo fu considerato un suo possibile successore, ma nessuno lo ritenne mai veramente meritevole di cingere la corona. Inoltre, sua moglie era morta nel 1357 senza dargli eredi, il che avrebbe lasciato ancora una volta aperto il problema dinastico.
Allo scopo di definire una chiara linea di successione che non lasciasse spazio ad incertezze di sorta, stabilì di assegnare la propria eredità a sua sorella Elisabetta, Regina Madre d’Ungheria, e al di lei figlio Luigi d’Angiò. La direttiva dinastica fu fissata a Buda nel 1355. Casimiro III il Grande morì a Cracovia il 5 novembre 1370 e pochi giorni dopo Luigi d’Ungheria fu incoronato, secondo i patti, Re di Polonia. In realtà, buona parte del potere effettivo fu esercitato da sua madre Elisabetta fino al 1380, anno della sua morte.
L’unione personale della corona polacca con quella ungherese scontentò molti dei grandi nobili polacchi. Luigi, anch’egli in seguito soprannominato il Grande, seppe tuttavia reggere le sorti di entrambi i Paesi senza dare mai adito a malcontenti o sollevazioni contro di lui. Ma alla sua morte, nel 1382, dopo dodici anni dalla scomparsa di Casimiro, i polacchi si rifiutarono di accettare come nuovi sovrani la figlia maggiore di Luigi, Maria, regina d’Ungheria, e il di lei marito Sigismondo di Lussemburgo. Per questo, scelsero come nuovo monarca la sorella minore di Maria, Edvige, che nel novembre del 1385, a soli undici anni, fu incoronata “Re di Polonia” (sic), a sottolineare che la sua ascesa al trono avveniva per suo proprio diritto e non come regina consorte. Con Edvige, la Polonia riconquistò la propria indipendenza dall’Ungheria.
Da Wikipedia 2/8/14