L’armata delle tenebre – Recensione

L’armata delle tenebre è un piccolo cult, con un protagonista diventato un icona grazie ad alcune sue battute e caratteristiche fisiche.

Tra le cose belle da ricordare sono la motosega al posto del braccio, lo stile con cui impugna il fucile e in generale il contrasto tra l’ambientazione medievale molto cupa e seria e la strafottenza pratica del personaggio.

Battute come

Dammi un po’ di zucchero, baby

Klaatu verata… nike… netta, nettare, nichel… oh Dio! Come è questa parola? Come faccio a non ricordarla? Di sicuro cominciava con la N… Klaatu verata ni… emh… ehm… rvana

Salve Signore dalle strane mutande, in questo momento sei il capo di due sole cose. Del cazzo e della merda, e anche di quelli per poco.

Ma rivedendolo di recente devo ammettere che è invecchiato male, me lo ricordavo come un buon film, uno di quelli da consigliare, ma ho dovuto riconsiderarlo.

Se ne puo’ parlare e se ne possono citare le qualità, il protagonista Ash è certamente un personaggio molto riuscito, ma il film va consigliato con cautela, facendo le dovute premesse e accettandone i limiti.

Il film presenta infatti scene abbastanza semplici e con un umorismo un po’ infantile a volte, senza contare inquadrature e momenti di rallentamento dovute probabilmente a necessità di metraggio.

Dal punto di vista registico però c’è da apprezzare un certo coraggio e intelligenza nell’uso di un certo tipo di movimento di macchina e di inquadratura, che vanno a sottolineare la surrealità di certe scene.

Quindi non so, voi che lo avete visto come ve lo ricordate? lo avete per caso rivisto di recente? Sono solo mie impressioni?

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