Passengers – Recensione

Un onesto film da serata, una pellicola da mettere da parte e da tirare fuori quando vorrete vedere un film con la vostra ragazza, o se siete una ragazza, un film che potrete tranquillamente proporre al vostro lui con la tranquillità che non gli dispiacerà.

Il plot

La nave automatizzata Avalon è in viaggio verso la colonia stellare Homestead II, con un viaggio di andata di 120 anni e l’equipaggio e i 5000 passeggeri in sonno criogenico.

Ma qualcosa va storto e per qualche motivo ignoto uno dei passeggeri viene scongelato, ben 90 anni prima dell’arrivo a destinazione.

Ben presto l’uomo si renderà conto della propria situazione e della drammatica impossibilità di tornare a “Dormire”.

La trama è ben pensata, cosa farà quest’uomo condannato in una nave spaziale per il resto della propria vita? Come ne uscirà? Cosa c’è dietro all’apertura delle capsule?

Purtroppo per il film, la realizzazione è un po’ commerciale, la drammaticità di certe situazioni emotive, sia positive che negative non viene resa al meglio, lasciando scivolare via un po’ tutto il film.

Si ha così la sensazione di doversi un po’ appigliare alla pellicola che vola via troppo velocemente.

D’altro canto, la narrazione più ritmata e ben gestita lo rende un perfetto film da serata, che non vi annoierà e che anzi sarà piacevole da vedere e commentare con la vostra controparte.

Una nota di merito al fatto che pur essendo un film di puro intrattenimento, sia studiato bene, senza buchi di trama, e con molte piccole cose giustificate (non sempre e a volte in maniera un po’ troppo “diretta”), cosa non da dare per scontata nella cinematografia attuale, che spesso ci lascia con un “Ma perché diavolo non hanno…”

Opinioni per chi ha già visto il film

Si puo’ notare un forte parallelismo con Titanic, fra tutte la scena in cui nelle tute spaziali lui pronuncia le fatidiche battute “Ti fidi di me?”

In entrambi i film i protagonisti sono su una nave in una situazione iniziale infelice, ma insieme trovano un senso di esistere, fino alla crisi e al drammatico finale.

L’affondamento della nave, dove in Titanic va giù e qui no in quanto riescono a salvarla.

Simile ma diverso.

In Titanic c’è la scelta, solo uno dei due si può salvare (critiche a parte), in Passenger c’è una scelta simile, solo uno dei due si puo’ salvare, ma c’è una seconda opzione, vivere insieme il momento presente con quello che si ha.

Che è un po’ la morale del film, sognano il futuro quando nel presente potremmo essere felici.

è divertente vedere la contrapposizione/critica ironica che ha Passenger verso Titanic.

Qui Aurora è abbastanza incazzata dal fatto che l’eroe maschile l’abbia trascinata con lui, e a lei gli viene risposto un secco “Un uomo che affoga cerca sempre di portare qualcuno con lui”, non esattamente quello che ha fatto Jack in Titanic, forse giudicato un po’ troppo romantico e poco realistico il suo gettare così facilmente la spugna per la vita.

Insomma i due eroi maschili si sono comportati in maniera diametralmente opposta, più umano e reale questo Jim Preston, e sebbene è triste dirlo, più facilmente condivisibile.

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